Giorno #4 La mia Europa

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domenicomammola
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Iscritto il: 26/03/2020, 11:38

Giorno #4 La mia Europa

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Inutilissimo diario di una necessaria quarantena

Giorno #4 La mia Europa

C’era una volta, a proposito di quarantena, un intellettuale antifascista mandato al confino nella piccola isola di Ventotene, che ha scritto un manifesto. In quell’opera immaginava che nessuno, da solo, può farcela e che, per superare le sfide globali, servisse un modello di Stati Uniti d’Europa. Il suo nome era Altiero Spinelli, a lui dobbiamo tanto.

Chiunque mi conosca sa che credo nella prospettiva europea, e che considero l’Unione Europea necessaria. Eppure la mia incrollabile fede comunitaria, in questi giorni, sta vacillando. Mi torna alla mente un vecchio articolo in cui una serie di persone, devastate dalla fame, dell’emarginazione sociale, e pur essendo di grande tradizione democratica, affermavano «aiuto, sto diventando razzista».

A me sta capitando una cosa simile. Sto perdendo la fiducia nell’Unione Europea. Io, che da oltre 10 anni vado spesso a Bruxelles, partecipo a progetti comunitari e visito le istituzioni.
Un paio di giorni fa uno studente mi chiedeva: «ma dobbiamo davvero rimanere in un’Europa che non ci considera»? A quel punto ho sciorinato tutto il repertorio: Il mercato comune che salva il nostro export e abbassa i costi delle materie prime di cui siamo sprovvisti; la BCE che compra il nostro debito pubblico; L’Erasmus come metafora meravigliosa di essere figli del mondo e contaminarci con le culture; La concorrenza che abbassa le nostre tariffe; La globalizzazione e il dominio delle grandi nazioni e l’Europa che unita fa fronte ad essa. E infine la tragedia di Brexit con l’isolamento dell’UK e la sterlina a picco.

Razionalmente mi rendo conto che la BCE ha detto che acquisterà debito pubblico senza fine, che la Banca Centrale per gli Investimenti ci sosterrà, che il Patto di Stabilità sarà per la prima volta nella Storia sospeso. Tutte misure che aiuteranno l’Italia. Ma non è sufficiente. Mi viene in mente una metafora: In famiglia potresti chiedere soldi a tuo fratello, sai che potresti restituirglieli oppure no, ed egli accetta il rischio. Ma non è accettabile che un fratello, nel momento stesso in cui ti presta i soldi, pretende che tu gli mostri gli scontrini degli acquisti, che gli certifichi che il cibo acquistato per sfamare la tua famiglia è quello a basso costo, che venderai la tua auto per acquistare un’utilitaria, che non acquisterai un gelato ai tuoi figli, ma solo pasta o carne.

Ecco, il fatto che molti Stati europei si mettano di traverso su alcune misure essenziali per uscire dalla crisi, sta certificando il fallimento del sogno europeo.
Io voglio crederci ancora, così come immagino che questa immane tragedia possa revisionare il progetto dell’UE: se la mia casa brucia, io non rimarrò seduto tra le macerie come se nulla fosse. Mi rimboccherò le maniche per costruirne una nuova, magari correggendo i difetti della vecchia abitazione perché la nuova sia più funzionale e adatta al futuro nostro e di chi ci vivrà domani.

Qui si rifà l’Europa o si muore. Il rivoluzionario non è colui che fa una buona mossa, ma chi cambia la scacchiera.

Domenico Mammola

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