IL NASTRO DI PARTENZA - Dalla Circolare n.52 a.s. 2019/2020

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IL NASTRO DI PARTENZA - Dalla Circolare n.52 a.s. 2019/2020

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Intendo ringraziare i Sigg. Professori che, in una contingenza a dir poco sfavorevole e del tutto inimmaginabile, hanno dato prova di responsabilità e grande professionalità nel seguire i propri ragazzi con i soli strumenti a loro disposizione. Sottoscrivo quanto scritto dal Ministro Lucia Azzolina: “ Non sono necessari appelli o stimoli vari, i docenti hanno sempre avuto a cuore i loro studenti e il loro percorso di crescita, mantenendo una condotta improntata alla correttezza e alla morale”, ma non riesco ad astenermi da un semplice ed affettuoso grazie.
E’ di tutta evidenza che la Didattica a distanza non possa essere comparata al “fare scuola” che tutti conosciamo, e che stia serpeggiando una certa preoccupazione tra i genitori e i docenti sugli sviluppi di questo inedito scenario. Se il timore è quello di trovarsi, quando tutto ciò avrà fine, perché avrà fine, con ragazzi poco preparati o competenti, vi prego di rammentare che la storia dell’umanità è fatta di grandi tragedie e di grandi palingenesi. I nostri allievi potranno anche manifestare delle lacune rispetto ai programmi ministeriali, ma avranno certamente avuto delle opportunità di crescita che la Scuola-apparato di solito non trasmette. In questi giorni profondamente cupi si sarà attivata la Scuola della vita, che conferisce il giusto valore alle cose e tempra le coscienze. A ciascuno di loro sarà stata offerta l’opportunità di riflettere sul concetto di salute e sulla necessità di preservarla modificando a suon di sacrifici degli stili di vita consolidati; di apprezzare il calore della famiglia e la bellezza delle “piccole cose”, come le avrebbe chiamato Gozzano, che ci circondano e alle quali non diamo più attenzione come i giornali, i libri, la musica, la televisione, i giochi clamorosamente datati; di dare valore all’affetto di un animale domestico; di capire che i dispositivi elettronici servono soprattutto per tenere vivi i rapporti e per comunicare i sentimenti; di sacrificare consapevolmente alcuni spazi di libertà per il Bene comune; di apprezzare il valore della solidarietà sopportando di buon grado la goffaggine di una mascherina protettiva. Forse qualcuno di loro tornerà persino a pregare, chissà. Di certo per identificare i nostri post-millennials, tacciati di essere bamboccioni senza spina dorsale e con orizzonti inscritti negli angusti confini di un display, bisognerà coniare un nuovo termine: magari Generazione C19, per evidenziare che sono passati dalla buriana del covid-19. Di certo saranno diversi, e avranno imparato ad affrontare l’imprevedibile, l’oscuro che bussa alla porta e ti cambia la vita dalla sera alla mattina. Potrà mancare loro qualche tappa dell’Alternanza Scuola-lavoro, ma nelle loro vite è entrata a gamba tesa l’Alternanza Scuola-difficoltà, che sviluppa una competenza speciale chiamata Speranza. Con affetto

Franco Mileto

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